La fragola coltivata (Fragaria x ananassa) appartiene al genere Fragaria e alla grande famiglia delle Rosacee: è derivata dall'incrocio di due specie spontanee americane, la F. virginiana (Nord America) e la F. chiloensis (Cile), comparse solo nel XVII secolo e coltivate in seguito soprattutto da grandi aziende specializzate; può crescere a varie altitudini, fino oltre i mille metri.
La fragola è una pianta perenne stolonifera costituita da un breve fusto, detto corona, sul quale si inseriscono germogli dai quali si dipartono dei piccoli portanti tre foglioline ovali, allungate, seghettate e disposte in modo da formare una rosetta. L’apparato radicale è superficiale, si espande su un limitato volume di terreno, infatti il 90% delle radici sono situate nei primi 15 cm di terreno. All’ascella delle foglie si inseriscono i corimbi costituiti da 3-8 fiori bianchi, che generalmente sono ermafroditi ed autofertili; nel caso di fiori dioici le cultivar femminili necessitano di impollinatori.
La parte edule della fragola è il falso frutto, derivante dallo sviluppo del ricettacolo, una volta avvenuta la fecondazione. I veri frutti della fragola sono gli acheni, frutti secchi indeiscenti che rimangono attaccati al falso frutto carnoso.
La fragola predilige terreni sciolti, a medio impasto, a pH neutro o subacido, freschi ma ben drenati, con una profondità superiore a 50 cm e ricchi di sostanza organica. Rifugge i suoli molto pesanti, asfittici, con ristagni idrici (in questo caso i frutti diventano sensibili alla muffa grigia), molto calcarei e salini.
Nonostante la fragola sia coltivata dalla pianura fino ad oltre i 1000 m di quota necessita di condizioni ambientali specifiche; le zone migliori sono quelle a clima temperato con estati brevi, caratterizzate da periodi caldi e da inverni abbastanza freddi. Le forte insolazioni estive possono provocare caduta anticipata delle foglie, disseccamenti, frutti deformi, scuri, di scarsa pezzatura e consistenza. Durante la fioritura la pianta necessita di temperature miti ed uniformi, mentre forti sbalzi termici tra il giorno e la notte e le precipitazioni contribuiscono ad ostacolarla.